L'acqua e "Il Fuoco" è il titolo che sintetizza lo spettacolo di prosa e musica liberamente tratto dalle lettere e dagli scritti di Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio, sottolineando simbolicamente l'inconciliabilità dei due elementi, nei quali si rispecchiano la trasparente limpidezza dell'attrice e il continuo indomabile ardere nella vita e nell'arte del poeta.
"Il fuoco" virgolettato, allude infine al titolo del romanzo scritto da D'Annunzio e ispirato al suo legame con la Duse.
"Spettacolo di prosa e musica" si è scritto, intendendo evidenziare come la parola e la musica siano la cifra inscindibile di questo progetto, che non implica la subalternità dell'una all'altra.
La drammaturgia ha espresso e strutturato la vicenda scegliendo di utilizzare (salvo qualche adattamento) le parole originali della Duse e di D'Annunzio pervenute dagli scritti e dalle lettere e riportati dalle innumerevoli biografie e volumi che hanno studiato la vita dei due artisti e pubblicato documenti e studi in merito alla loro vita e alla loro vicenda umana e artistica.
La musica diviene così il naturale "prolungamento" dell'anima: si affida alla purezza del pianoforte e allo struggimento del canto l'espressione dell'ineffabile: di ciò che le parole non sono più in grado di dire…
Nella scansione drammatica della vicenda in quadri, la musica è inoltre il ponte tra un quadro e l'altro, che sottolinea emotivamente l'accaduto o preannuncia ed evoca ciò che sta per prendere forma sulla scena.
Ecco che, se la vicenda parte dai ricordi dell'attrice, il passato riaffiora quasi evocato, sottolineato e scandito dalle musiche di Francesco Paolo Tosti, che Leone Magiera incarna anche scenicamente in taluni passaggi della vicenda. Tosti, oltre a essere conterraneo di D'Annunzio, era di entrambi amico fraterno durante il periodo del loro amore e ha musicato diversi testi del poeta, che si firmava come "paroliere" con lo pseudonimo di Mario De' Fiori.
Le struggenti romanze interpretate da Carmela Remigio, fanno invece del canto il prolungamento dell'animo della Duse, rendendo la cantante quasi il simbolico "doppio" di Eleonora.
Alla fine della vicenda (in prossimità degli eventi della Grande Guerra), si è preferito sottolineare le atmosfere con pezzi di musica classica scegliendo brani per pianoforte di L. van Beethoven, che era molto amato e ascoltato dalla Duse nel periodo del ritiro dalle scene e di Debussy, che D'Annunzio conosceva personalmente avendogli versificato dei melodrammi.
Nonostante l'operazione porti la firma di Carlo Bertinelli come autore e regista, è difficile definire nettamente i confini tra drammaturgia, regia e interpretazione, in un lavoro di ricerca e di scrittura a quattro mani con Alessandra Brocadello, che interpreta la figura della "donna" Eleonora Duse e in scena è affiancata dal regista stesso nei panni di Gabriele D'Annunzio.
Guarda il video:
L'amore tra Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio
di Carlo Bertinelli
spettacolo di prosa e musica liberamente tratto dalle lettere e dagli scritti
Personaggi e interpreti:
Eleonora Duse Alessandra Brocadello
Gabriele D'Annunzio Kallol Carlucci
Pianista Leone Magiera
Soprano Carmela Remigio
Regia Carlo Bertinelli
Progetto scenico Paolo Bandiera
realizzato da La Bottega Veneziana
Costumi Nicolao Atelier - Venezia
Musiche Francesco Paolo Tosti, L. Van Beethoven, C. Debussy
Consulente alla produzione Lidia la Marca
Aiuto regia Alessandra Brocadello
Direttore di scena Renato Menegotto
Direzione Artistica Leone Magiera
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