Le visite "animate" al Palazzo Ducale di Mantova sono ideate e realizzate da teatrOrtaet in collaborazione con il MiBACT - Palazzo Ducale Complesso Museale Mantova.
Dall'inizio di ottobre 2019 Mantova dedica in Palazzo Ducale una grande mostra all'artista di corte che, nei suoi vent'anni di attività mantovana (1525-1546) ha lasciato un'impronta indelebile sulla città: Giulio Pippi de' Jannuzzi, detto Giulio Romano, il più famoso discepolo di Raffaello, protagonista del Manierismo. "Con nuova e stravagante maniera", grazie anche al supporto straordinario del Musèe du Louvre, nelle sue tre sezioni ospitate nei luoghi chiave del vasto complesso signorile, illustrerà sistematicamente la carriera di un artefice che seppe esprimersi con originalità e versatilità in innumerevoli campi dell'arte, a capo di una straordinaria bottega capace di trasformare le sue idee in architetture, dipinti, arazzi, maioliche, stucchi, oreficerie, apparati decorativi e scenici.
Il percorso espositivo, come sottolineano gli stessi organizzatori, viene valorizzato dalla collocazione delle opere all'interno di luoghi giulieschi del Palazzo Ducale, dall'Appartamento di Troia alla Palazzina della Rustica, intessendo "virtuose risonanze di senso tra gli oggetti esposti e il loro contenitore".
Questa stessa assonanza tra ambiente artistico e memoria storica sta alla base delle Visite animate di teatrOrtaet che, in occasione delle celebrazioni dedicate al Romano, con un'anteprima realizzata nell'ambito del Festival letterario, propone uno spettacolo immerso nella corte mantovana, dedicato alla vita dell'artefice cinquecentesco colta in relazione con il paesaggio umano in cui era immerso. Dalle origini romane, alla fine del Quattrocento, dal suo apprendistato al culmine della più grande stagione rinascimentale nella Città eterna, che lo vide emergere come principale allievo ed erede ufficiale di Raffaello, fino alla scomparsa nel 1546 a Mantova, la vicenda biografica di Giulio campeggia in tutta la sua singolarità. L'accento viene messo ovviamente sull'esperienza mantovana, dove egli ha saputo conquistarsi il predominio assoluto in ogni progetto artistico, mettendo a frutto le sue capacità di relazione per garantirsi l'appoggio e l'amicizia di Baldassarre Castiglione, l'autore del Cortigiano che ne raccomandò l'accoglienza nella corte gonzaghesca, del duca Federico II, fascinoso figlio della "marchesana" Isabella d'Este, "primadonna" del Rinascimento, e della moglie Paleologa, di Vasari e di Pietro Aretino che con appropriatezza definì il suo spirito "anticamente moderno e modernamente antico".
La sua maniera artistica, capace di destare ammirazione e stupore, la sua vocazione alla drammaticità scenografica, la sua abilità nell'applicare e nello stesso tempo tradire i modelli della classicità vengono spiegati nella visita animata attraverso le parole, spesso supportate da precisi riferimenti documentali, dei suoi primi interlocutori. Quale perfetto cortigiano, divenne indispensabile nella corte ducale, capace di fornire con un'inesauribile fantasia, in breve tempo (e le sollecitazioni a fare in fretta non gli mancarono da parte dei suoi committenti) progetti architettonici per chiese, palazzi, giardini, idee per allestimenti teatrali o apparati effimeri di feste, cartoni per ogni forma di decorazione, destinate a compiacere e in qualche caso anche a impressionare con effetti imprevisti il suo committente e il pubblico.
Fedeltà e originalità, armonia e squilibrio, fantasia e realismo, morbidezza e asperità, luminosità e oscurità, affabilità e capriccio sono le chiavi antitetiche di una personalità complessa e dinamica che ben si presta al gioco drammaturgico che Alessandra Brocadello e Carlo Bertinelli già hanno messo in opera nell'appartamento di Isabella d'Este a Palazzo Ducale.
GIULIO ROMANO
di Carlo Bertinelli
con Alessandra Brocadello e Carlo Bertinelli
In collaborazione con
MiBAC - Palazzo Ducale Complesso Museale Mantova
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