Un'artista, ispiratrice d'artisti: questa era la donna su cui puntavano le luci della ribalta mondana tra Otto e Novecento. Attrice, cantante ballerina, scrittrice, creatrice di moda, ma anche "modella", non certo inerte e passiva, talvolta coinvolta sentimentalmente in prima persona, di pittori, cartellonisti, scrittori, fotografi, uomini di teatro... Di volta in volta nei panni dell'adolescente virginale e insieme sensuale, dell'amante focosa e appassionata, incurante delle convenzioni sociali, della "femme fatale" divoratrice d'uomini, dell'eterea silfide baluginante nei veli della danza, dell'esotica tenebrosa venuta da lontano, dell'emancipata ereditiera, amante del lusso più sofisticato ed eccentrico.
Alessandra Brocadello e Carlo Bertinelli danno sostanza a questo cangiante ideale femminino con una visita animata che scorre tra le immagini offerte dalla mostra "Femmes 1900" di Pordenone e sfoglia le principali icone rosa, fiorite e talvolta bruciate tra gli ultimi decenni dell'Ottocento e i primi, sinistri bagliori della Grande guerra scoppiata nel 1914.
I personaggi maschili che sostengono e conducono la girandola di profumate apparizioni sono un pittore, Giovanni Boldini, uno scrittore, Gabriele d'Annunzio, un uomo di mondo, l'ufficiale dell'esercito americano Lydig. Giovanni Boldini è il pittore più amato dalle donne: le ritrae in atteggiamenti di sensuale regalità e le attornia di una vorticosa girandola di luce colorata. Gabriele d'Annunzio è uno dei principali creatori della donna fatale, parte essenziale della vita come opera d'arte da lui agognata. Philip M. Lydig appare come soggetto della famosa "Passeggiata al Bois de Boulogne" di Boldini, esposto al Salon di Parigi del 1909 accanto alla moglie Rita Hernandez e Alba de Acosta. Ma la sua esperienza del bel mondo si estende dal dinamismo irruento della rivoluzione industriale americana (e della guerra ispano-americana a cui partecipò come volontario) fino alla prima guerra mondiale in cui fece la parte dell'esperto militare a servizio degli Alleati.
Le donne che danno carne e calore a questa impalcatura narrativa sono molte e spaziano dagli anni Settanta dell'Ottocento fino al primo, cupo tambureggiare dei cannoni sul fronte occidentale. Ci sono Sarah Bernhardt ed Eleonora Duse, le due grandi attrici che hanno segnato un'epoca. Un biografo sintetizzò i due personaggi con questa definizione: Sarah fu l'ultima grande attrice del XIX secolo (che continuò comunque a recitare con successo nei primi decenni del Novecento) e la Duse fu la prima grande attrice del XX. Entrambe, va detto, incontrarono, pur con diverso coinvolgimento, Gabriele d'Annunzio; entrambe si cimentarono spesso nelle stesse opere teatrali, tra cui spicca la Tosca di Victorien Sardou.
Accanto alle attrici, le cantanti e le ballerine, come Cleo de Merode, qui evocata anche perchè fu la prima donna di spettacolo, accanto alla Bernhardt e più ancora di lei, a fare una vera e propria industria della sua immagine, dipinta, fotografata, riprodotta in opere d'arte, manifesti, oggetti.
Le donne artiste condividevano con le "primedonne" del bel mondo l'onore di farsi ritrarre: e qui entrano in scena altri personaggi femminili che hanno lasciato un segno profondo come quella madame Lydig, sfavillante ereditiera che compare orgogliosa accanto al (secondo) marito nella famosa Passeggiata, ma anche da sola in altri quadri famosi di Boldini. E ancora di Boldini è il pennello che ritrae la "cantante mondana" interprete dell'elettrizzante clima d'anteguerra parigino e "la signora in rosa" (Olivia de Subercaseaux Concha), notturna, elegante annunciatrice, nel 1916, di un tramonto ormai conclamato.
Visite animate alla galleria Harry Bertoia, Pordenone
"FEMMES 1900 - La donna nelle visioni Art Nouveau - Omaggio a Eugene Grasset"
di Carlo Bertinelli
con Alessandra Brocadello e Carlo Bertinelli
In collaborazione con
Associazione ProPordenone
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